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Il film su Lamborghini: povero Ferruccio…

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Una “americanata” con varie inesattezze.

Chi scrive ha visto su Amazon Prime Video (la visione è gratuita per chi è iscritto ad Amazon Prime) il film “Lamborghini: the man behind the legend” (L’uomo dietro la leggenda).

Al piacere iniziale legato al notare come i cineasti americani stiano riscoprendo le belle auto italiane da corsa e da strada degli Anni ‘50, ‘60 e ‘70 con tanti film (come “Le Mans ’66: la grande sfida Ford vs Ferrari” del 2019, il film attualmente in lavorazione su Ferrari nel 1957 ed ora questo su Lamborghini) si contrappone la delusione conseguente alla visione di questa pellicola. Una narrazione superficiale, molte situazioni realmente sono presentate in modo molto diverso dalla realtà e si notano alcuni macroscopici errori nella narrazione (due esempi: Ferrari non andò mai di persona al Salone di Ginevra e non sfidò mai su strada di notte con una Mondial Ferruccio Lamborghini che era al volante di una Countach!).

Nelle intenzioni del regista Bobby Moresco, “Lamborghini” voleva portare sullo schermo non solo la vita dello storico fondatore della Casa automobilistica Lamborghini, dagli inizi modesti come costruttore di trattori alla famigerata rivalità con Enzo Ferrari, ma anche la storia dell’Italia degli anni ’50, un Paese impegnato nella complessa transizione verso una nuova modernità industrializzata.

Frank Grillo interpreta bene Ferruccio Lamborghini, Gabriel Byrne è un isterico e poco credibile Enzo Ferrari, mentre si muove bene Mira Sorvino nei panni di Annita, la seconda moglie di Lamborghini. In compenso si vedono molte belle auto, anche se le Lamborghini presenti nel film sono davvero troppo poche (una 350 GT, una Countach ed una Miura) rispetto alla favolosa storia di questa Casa.

Il giudizio negativo di chi scrive è peraltro condiviso da esperti di auto e di film. Davide Cironi fa presente che “Enzo Ferrari fa la figura dell’uomo pieno di sé, pauroso, rosicone e un po’ sfigato” e critica il fatto che solo nei titoli di coda la produzione citi l’ingegner Paolo Stanzani ed il designer Marcello Gandini (creatori della mitica Miura) scusandosi con “esigenze di narrazione cinematografica” sebbene il film duri un’ora e mezza. Fabio Gemelli sottolinea che il Drake “assiste a Ginevra (dove, come detto, in realtà non andò mai, n.d.r.) miseramente attonito e spaurito alla presentazione della prima Lamborghini 350 GT”.

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